Der Gotha – L’Almanacco dei Migliori

Gotha. Nome unico e intraducibile, al tempo stesso anche un riconoscimento, che ben s’addice alla necessità delle élites di essere quanto più criptiche possibile. Un fenomeno di ellissi grammaticale ha fatto però venir meno un certo Almanacco… recuperiamolo!

Nel film ‘The Wolf of Wall Street‘ l’attore Leonardo DiCaprio interpreta il broker newyorkese Jordan Belfort. Un’ascesa vertiginosa terminata nello strapiombo degli eccessi. Le scene più evocative della pellicola traboccano droga e sesso, orge e cocaina. E soldi, perché a Wall Street c’è la vetta dell’alta finanza. Il Gotha della Finanza.

Qual è il significato di Gotha? Nella lingua italiana, questo vocabolo è utilizzato in senso figurato per indicare un gruppo di persone tra le più rinomate, l’élite in un determinato campo professionale. Ma per scoprire le sue origini dobbiamo viaggiare addietro di oltre due secoli.

L’ALMANACCO DI GOTHA

L’Almanacco di Gotha (or. Gothaischer Hofkalender) è una pubblicazione annuale che riporta la genealogia delle case regnanti europee e delle famiglie aristocratiche più importanti. È stato dato alle stampe per la prima volta nel 1763 proseguendo ininterrottamente fino al 1944. Dopo una lunga assenza, è riedito regolarmente a partire dal 1998.

XVIII SECOLO: LA NASCITA

Conosciuto in Italia come ‘Calendario di Gotha’, prende il nome dal luogo di pubblicazione originario, la città tedesca di Gotha. Un centro della Turingia piccolo, ma storicamente molto attivo. Il 1° gennaio 1821 è la data di fondazione della Gothaer Feuerversicherung, una delle prime società europee di mutua assicurazione, tutt’oggi esistente come Gothaer Group. Inoltre, ivi nacque il SAPD (1875), nucleo del futuro SPD, il Partito Socialdemocratico di Germania (1890), il cui programma socialista fu osteggiato da Karl Marx nell’apposita Critica del Programma di Gotha.

Ma ancor prima, nel 1763, Guglielmo di Rotberg, consigliere privato del duca Federico III di Sassonia-Gotha-Altenburg, partorisce l’idea di un almanacco nobiliare. Concepito unicamente in lingua tedesca, già a partire dalla seconda edizione si sdoppia nel ‘De Gotha’, la versione francese. L’opera raggiunge una certa notorietà grazie all’editore Justus Perthes che ne ottiene i diritti esclusivi nel 1785.

Nella prima fase, Der Gotha condivide con altre opere affini una parte denominata ‘Annuario diplomatico e statistico’, dove sono raccolti dati demografici e altre informazioni delle nazioni europee. Una breve sezione è invece dedicata all’‘Annuario genealogico’, dova trova spazio la descrizione delle famiglie più illustri, reali e nobiliari. Le loro biografie migliorano negli anni fino a raggiungere un elevato standard di dettaglio. Oltre alla pregevole fattura della carta stampata e della rilegatura. Tant’è che nel 1820 l’Annuario Genealogico diviene il cuore del Gotha. E, con oltre 600 pagine, parte principale del corpus.

Non adatto ad una lettura disimpegnata, l’Almanacco trova ragion d’essere all’interno degli stessi ambienti di cui tratta. Si rivela soprattutto utile per trovare le giuste combinazioni di matrimonio tra aristocratici con uno status compatibile. Un Tinder nobiliare. Altre componenti, come il ‘Calendario di tutte le festività e ricorrenze dei diversi Stati’, aiutano i diplomatici a meglio orientarsi nelle loro ambascerie presso le corti estere.

XIX – INIZIO XX SECOLO: L’APICE

Grazie alla rigorosa verifica delle lettere patenti e di altri documenti che attestano la veridicità di ogni genealogia, il Gotha ha ottenuto il consenso sempre maggiore della grande aristocrazia. Fino a diventare un’autorevole fonte di legittimazione dinastica. La Fonte.

La sua importanza è testimoniata dalla corrispondenza tra Napoleone Bonaparte e il suo Ministro degli Esteri Jean-Baptiste de Nompère de Champagny.

In un’epistola, datata 20 ottobre 1807, l’imperatore lamenta l’impropria presenza del deposto Conte di Lilla, il futuro Luigi XVIII, tra i nominativi dei principi della neonata Confederazione del Reno (1806-13) riportati sul Gotha. Al termine della missiva, Napoleone incarica de Champagny di avvisare gli editori che avrebbero dovuto eliminare tale ‘errore sconveniente’ a partire dalla successiva pubblicazione. Riparazione avvenuta solo nell’edizione francese.

Nientemeno, l’Almanacco sarebbe stato in grado di sollevare uno ‘scandalo paneuropeo’, stando al giudizio di Alexander Molosov (1854-1939), capo cancelliere dell’Impero Russo sotto Nicola II Romanov (1868-1918). Molosov riporta nelle sue memorie un aneddoto che riguarda la zarina Alexandra.
Ella si accorse che il Gotha del 1907 intitolava la famiglia reale russa come ‘Holstein-Gottorp-Romanov‘. Minacciò dunque gli editori di vietarne l’esportazione in Russia se non avessero cancellato i primi due cognomi tedeschi.

La zarina Alexandra (1872-1918) con il marito Nicola II Romanov (1868-1918)

Fu allora che Molosov intervenne. Descrisse alla Consorte Imperiale le conseguenze negative che avrebbe comportato un tale divieto. Pettegolezzi in tutte le corti europee, e non solo. Peggio. Il grande pubblico sarebbe venuto a conoscenza di una delicata questione dinastica, essendo l’originale stirpe Romanov estintasi nel 1761. Meglio ignorare che polemizzare…

le due guerre mondiali: IL DECLINO

Il montante antisemitismo della Prussia di fine ‘800 trova sfogo nella pubblicazione di tre volumi, tra il 1912 e 1914, conosciuti come Semi-Gotha, gioco di parole tra ‘mezzo Gotha’, in riferimento al suo modello principale, e ‘semiti’.

I Semi-Gotha attestano l’intera nobiltà tedesca di discendenza ebraica. Scritti e redatti da pensatori ultra-nazionalisti e avversi agli Ebrei, ne è chiaro l’intento polemico e accusatorio. Essi sono i convinti sostenitori della ‘nobiltà di sangue‘. Un valore incluso nel concetto di ‘razza ariana‘, poi approfondito da Adolf Hitler (Mein Kampf, 1923) e trasformato in caposaldo della dottrina nazionalsocialista.

Difatti, la genealogia è un’arma importante a supporto dell’ideologia nazista. È la scienza che ricostruisce i legami di parentela, che può modificarli ad hoc così da giustificare l’eliminazione e la soppressione di tutti i nemici, i non ariani.

In questo contesto, avviene la naturale – ed invertita – evoluzione del Semi-Gotha che sboccia in EDDA. Non una giovane e dolce frau, ma il ‘libro di selezione razziale della nobiltà tedesca’. Pubblicato in 4 volumi (ed. 1925, 1929, 1936, 1942), i criteri adottati per poter rientrare nel suo elenco sono aspri. Ogni aspirante nobile deve dimostrare di ‘avere al massimo un ebreo o un nero tra i trentadue antenati più prossimi‘. A partire dal 1935, in caso di riscontro positivo, una E sarebbe stata apposta accanto al suo nome nel Gotha originale.

Dopo quasi due secoli di pubblicazione ininterrotta, l’Almanacco si ferma alla 181esima edizione (1944). Allorché, Terminata la Seconda Guerra Mondiale, la città di Gotha passa sotto la sfera di influenza sovietica. I militari dell’Armata Rossa danno spettacolo pubblico accendendo un falò: a bruciare è l’intero archivio dell’Almanacco di Gotha.

Simbolo della lotta contro l’antisemitismo? Della ribellione comunista ai privilegi aristocratici? O, perché no, un accorgimento del PCUS per evitare che i discendenti dei Romanov potessero rivendicare l’ormai perduto trono imperiale russo.

xxi secolo: LA rinascita

Nel successivo cinquantennio, altri editori tedeschi pubblicano volumi genealogici delle dinastie europee. Dal 1951 al 2013, la casa editrice C.A. Starke stampa il Genealogical Handbook of Nobility, per poi passare il testimone al Gothaic Genealogical Handbook (2015 – in corso). Entrambi i testi sono sulla falsariga del Gotha sia per i contenuti che per la struttura dell’opera.

I discendenti di Justus Perthes, detentori dei diritti di pubblicazione del Gotha originale, cedono quelli della vecchia serie francese all’editore londinese John Kennedy. Nel 1998, egli ne riprende la pubblicazione presentando in pompa magna l’edizione numero 182. La novità principale è l’utilizzo dell’inglese che scalza il francese come nuova lingua della diplomazia. Nonostante queste premesse, la rinascita dell’Almanacco non riscontra il successo sperato. Tant’è che una recensione sul The Economist gli addebita scarsa cura genealogica oltre che una pessima qualità della carta stampata.

Un ultimo tentativo di rianimare il Gotha è stato operato dalla casa editrice italiana ‘Ettore Gallelli‘, specializzata nel recupero di repertori nobiliari italiani e stranieri. Nel marzo 2022, la Gallelli pubblica il ‘Calendario di Gotha‘, una versione dell’Almanacco completamente in lingua italiana per cui ottiene il riconoscimento dal MIBACT. Un’opera lussuosa, che riprende il modello originario per la struttura e i temi trattati. Dinastie Regnanti o che un tempo lo erano, case Principesche e tutta la nobiltà ad esse associata.

Edizione 2022 – Calendario del Gotha – Editore Ettore Gallelli

Ma i radicali cambiamenti prodotti dal XX secolo hanno inficiato l’utilità sociale del Gotha. Il suo pubblico di riferimento non domina più la scena europea, se non quella dei salotti e del gossip. Il Gotha della mondanità. Il Gotha dell’haute société.

UNA nuova pelle

L’inizio della fine della scienza genealogica, intesa quale strumento esclusivo di potere in mano a un numero esiguo di utenti, ai migliori, è collegato al periodo napoleonico. Al momento in cui fu allargato il censimento anagrafico a tutti i cittadini. Così, dagli albori dell’Ottocento gli scaffali dei vari Archivi comunali hanno accolto gli atti civili di ogni singolo cittadino. Di nascita, morte, matrimonio con annessi processetti, liste di leva. Questa standardizzazione censitaria permise allo Stato di conquistare una prerogativa fino ad allora esclusiva della Chiesa.

La possibilità per ogni cittadino di accedere alla propria storia familiare ha trasformato la genealogia in una conoscenza universale, non più per pochi. Di conseguenza, il raffinato Almanacco si è dovuto adattare al nuovo ruolo di strumento di ricerca per i più curiosi. Mentre per i diretti interessati, aristocratici di nuova generazione, rimarrà per sempre uno scrigno dove consultare e aggiornare le memorie di famiglia. Vestigia di tempi andati.

IL GOTHA DELLA BORGHESIA

Ormai il cosmo aristocratico ha ceduto il testimone politico ed economico alla subentrante borghesia, i cosiddetti ‘nobili di portafoglio’. Quest’ultimi, pur appartenendo ad una classe sociale che coltiva una forte etica lavorativa opposta al lassismo aristocratico, ne hanno ereditato alcuni valori. Rituali, matrimoni combinati, creazione di un ambiente elitario e, perché no, di una storia familiare. Inizialmente la borghesia ha smontato il concetto di dinastia in favore del mitico self-made man, l’uomo fatto da sé. Ma lui, senza un albero genealogico alle spalle, avrebbe provveduto a costruirlo da zero come suo capostipite.

In questo contesto, l’uso del ‘metodo gothaico‘ dà voce alla necessità di creare ulteriori stratificazioni all’interno dell’élite. Ne è un esempio la lista delle persone più ricche del mondo (1987 – in corso) stilata e aggiornata annualmente da Forbes, una rivista statunitense di economia. La travolgente importanza assunta nel corso degli anni da questa classifica autoreferenziale ha fatto sì che al suo interno si creassero ulteriori elenchi e sotto-elenchi in base a determinati criteri (futuri miliardari, età, Stato di provenienza, ecc…).

Per un miliardario, vedere il proprio nome iscritto nella lista di Forbes è sintomo di avercela fatta, di essere entrato nel Gotha della borghesia. Ma così come i nobili decadono anche gli imprenditori falliscono. Jordan Belfort può confermare.

Approfondimenti – LINKOGRAFIA

LEGGI ANCHE

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.